L’ombra dei talebani sul Nord Waziristan

13 09 2007

Dawar e Waziri, sono le due tribù che popolano l’area settentrionale del Waziristan, nel Pakistan. Per intenderci, quella che si trova al confine con l’Afghanistan. Queste due tribù si occupano di portare avanti le coltivazioni e si spartiscono l’agenzia settentrionale del Waziristan. A nord, nelle aree montagnose, sono stanziati i Wazir, mentre nelle vallate sottostanti vivono i Dawar.

Miranshah è situata nella Valle Tochi, circa 65 kilometri a nord ovest del Distretto Bannu ed è la città più popolosa e ricca della zona. In questa parte del Pakistan, soggetta a rigide e quantomai restrittive norme di convivenza tribale, le tribù hanno da sempre combattuto, fin dai tempi in cui il paese era sotto le dipendenze della corona inglese. Proprio in queste ore, da Miranshah, è giunta notizia di un attacco condotto da miliziani contro un posto di controllo. Secondo fonti dell’esercito di Islamabad, nove soldati pachistani sono rimasti feriti e circa 30 miliziani avrebbero perso la vita nell’attacco. 

Proprio nel Waziristan, un anno fà, si festaggiava quello che da molti sembrava un lontano miraggio, la fine della guerra tra i Waziri e l’esercito pachistano. Macchè, soltanto piccole tregue a scarnificare l’impeto del fuoco soltanto rimandato di poco. Ed infatti alle prime avvisaglie sono seguiti nuovi attacchi, come quello di oggi. Eppure era nota l’intenzione di Musharraf di non voler più spedire soldati in questa zona, che indirettamente era stata anche a suo tempo accostata ai talebani Pashtun e che secondo alcune voci autorevoli avrebbero potuto ottenere il controllo di questo territorio. Il senso di questa operazione era a tutti molto chiaro: “per battere i barbari bisogna prima che abbiano qualcosa da poter perdere” (via).

Il contenzioso continua ad essere vivo ed ora la guerra è a tre, perchè se da una parte c’è il Governo pachistano dall’altra c’è anche l’ombra di interessi indiani, e più precisamente provenienti dal Kashmir, terre che una volta erano unite e che ora non lo sono più. E’ stata proprio la voglia di indipendenza dall’India infatti a generare la nascita del Pakistan, terra di islamici che ora non riescono più a riavere la loro libertà e vivono giorno dopo giorno sotto l’onta del potere dei Taleb.  E’ proprio il caso di dire che a volte non è sempre saggio dividere una nazione solo perchè non si professa la stessa religione…

 


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2 responses

13 09 2007
Artemisia65

Ma siamo sicuri che la divisione sia avvenuta solo per motivi religiosi?
passerò x una teorica del complotto
ma non riesco a togliermi dalla testa il vago sospetto che dietro ad ogni genere di divisione politica non ci siano i motivi che dicono…..

13 09 2007
3nom1s

Ah Artemisia65, quanto è giusto quello che dici! Però a volte bisogna fare finta che avda tutto a posto e che in realtà la minestra ci piace anche se fredda…Quanto alla nascita del Pakistan, fu nel 1947, quando, ad opera di personagi come alì Jinnah, chiamato anche “Padre della nazione”, quella che allora era una regione dell’India si distaccò per garantire al suo popolo un paese di soli musulmani, da contrapporre all’India e successivamente al Bangladesh, entrambe a maggioranza induista. Poi gli interessi sono cambiati ed è vero che se oggi vediamo un popolo che reclama l’indipendenza, a maggior ragione se per motivi di religione o libertà di culto, ci viene da pensare che in un modo o nell’altro ci debba essere per forza un interesse superiore…o un complotto come dici tu. Beh, diciamo che i poteri forti non hanno mai fatto nulla per farci credere il contrario!
Un saluto

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