Crossing the air, upon the fountain and the heads

22 01 2008

Piazza de Ferrari

Col. Genova. Piazza De Ferrari – 04 03 2005 – Simone Di Stefano

A bird flies in the visual of the picture, exactly while I was making the click. This is the result. A nice shot, lucky as beautiful and casual. The photography is good and it can be considerates artistly also when is made with luck, over the willness to report the fact properly how it is incarnated in front of your lens. The is one of my first click with an artistry and a want to make art. Don’t you think that it’s succeeded?





Playing time

22 01 2008

neve-230b.jpg

Col. Passo del Tonale (TR) – 10 03 2007 – Simone Di Stefano

Somewhere, in the town of the silence age, a child had his game to play. I was there in front of this little little show, laone. A beer was waited by me cause I had no time to look what was to happen then. One shot and go to drink, but I knew that I was capturing a very very beautiful picture.





Travelpolitics cambia pelle

20 01 2008

TP diventa un contenitore di foto, un photoblog. La mentalità non cambia: cercare di colpire raccontando, cercare di informare mostrando, cercare di sensibilizzare discutendo. La fotografia, dal 1849 ad oggi ha fato tanta strada. Flickr, Badoo, i blog, la condivisione di foto digitali, sono la nuova frontiera, tutta da scoprire e da sviluppare.

Perché trasformare un blog di viaggi e politica in un blog di fotografie? Questo cambiamento non piacerà a molti, a tanti che vogliono partecipare attivamente alle discussioni, anche molto interessanti, diu viaggi, politica, costume. Non posso nascondere anche io il mio rammarico per questo, ma non vi nascondo che ci saranno anche in questo caso molte discussioni e vi assicuro che come al solito sarà vincente.

« La fotografia rende presente un evento passato. ».

Il significato della fotografia, diceva Roland Barthes, risiede nella capacità dell’immagine di riflettere un punto di vista personale di chi la fotografa, ma anche e soprattutto in quella propensione a restituire ciò che è definito dal filosofo strutturalista francese il suo “punctum”, l’aspetto emotivo della foto, quello che può far variare il giudizio da oggettivo a soggettivo.

TP cercherà di sondare le tracce più nascoste della fotografia per affrontare sempre discussioni nuove, ma sempre con l’occhio di chi ama la fotografia e non per questo ritiene dissacrante il mettersi in gioco per cercare di far valere il punctum di vista.

An old men in Genoa

B/W. Genova 04 03 2005 – Simone Di Stefano

An old men was walking down Porta Soprana, an ancien gate which introduces the city towards those are called the Carruggi.





Jenin, la vita di Zachariah e di quelli come lui…

11 10 2007

Un comando di truppe speciali israeliane questa notte ha fatto irruzione nelle vie di Jenin, dove sono appostati gli uomini delle Brigate di Al Aqsa uccidendo uno dei loro uomini. Jenin è una città palestinese della Cisgiordania che da quando i rapporti tra il Governo di Israele e quello di Hamas si sono inclinati è stata invasa dalle truppe israeliane che di conseguenza vengono combattute dagli eserciti di resistenza palestinese. Al Aqsa ne è uno di questi e facendo un giro per Youtube abbiamo trovato un documento molto interessante su come vive uno dei maggiori esponenti di queste brigate, Zachariah, che ne è il Leader. Nel video, non solo si percepisce quanto sia naturale da queste parti tornare a casa e abbracciare con la destra la propria bambina e con la sinistra il proprio Kalashnikov, ma anche quanto sia stato facile perdere la propria sensibilità umana a scapito di una più ingenerosa durezza dovuta alle circostanze purtroppo evidenti in Israele da molto tempo.





Shropshire, terra di rivoluzioni

9 10 2007

“E’ fatta. Nessun ripensamento, ormai. Ah, questa musica! E come interviene la voce inonda tutto di luce…come tenda tirata di colpo… Adesso chiudo gli occhi, e lo vedrò. Non il buio. Non qui. Il sole. L’azzurro”.

Queste parole sono state tratte dall’ultimo libro di Jonathan Coe, che si intitola La pioggia prima che cada. A fare da sfondo a questo romanzo c’è la campagna dello Shropshire, una delle contee inglesi delle Midlands. Questa regione, oltre ad essere considerata uno dei luoghi di maggior interesse dell’intera Gran Bretagna è anche considerata la culla della Rivoluzione Industriale. Non solo per il fatto che è ricca di miniere e di risorse prime, ma anche perchè le sue città sono da considerarsi dei veri e propri musei a cielo aperto di quella che fu la rivoluzione del ‘900. Broseley, Madeley, Jackfield e Coalport sono stati centri di innovazioni tecnologiche nel corso del XVIII come ancora testimonia il ricchissimo patrimonio di archeologia industriale della contea. (Wikipedia).

Tra le curiosità c’è il fatto che si tratta di una regione prodiga di personaggi illustri, basti pensare che da queste parti naqcue nientemeno che Charles Darwin, un altro che, come dire, di rivoluzioni se intendeva…





Malta, isola di coraggiosi gentiluomini

5 10 2007

E’ uno degli stati più piccoli ed affascinanti dell’intero continente europeo. E’ assieme uno stato, una regione ed un’ isola (due per l’esattezza). Malta, uno stupendo e minuscolo arcipelago, composto da quattro isole, di cui Malta è la più grande e quella che da anche il nome allo stato, poi Gozo, Comino e Filfla. Situata nel bel mezzo del Mar Mediterraneo tra la Sicilia e la Libia, in una posizione più che privilegiata per il commercio , Malta giocò un ruolo di prim’ordine negli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale, fungendo da importante base militare e strategica per la flotta inglese che nelle acque del Mediterraneo combattè una lunga guerra navale all’asse formato dalla Germania di Hitler, dall’Italia di Mussolini e dall’impero nipponico. Immenso fu inoltre il coraggio di questa gente nel momento in cui si trovò del tutto isolata e privata dei rifornimenti necessari allorchè, dimenticata dalla flotta inglese presa come era nel cercare di interrompere i rifornimenti italiani in Libia, fu letteralmente presa d’assedio dai bombardieri tedeschi. Si difesero e resistettero in tutte le maniere i maltesi, mostrando grande coraggio ma anche tanta sofferenza e moltissime perdite, tanto che quando arrivarono le prime navi inglesi a rifornire nuovamente di armi e di provviste la popolazione, l’accoglienza riservata ai marinai britannici all’arrivo al porto della capitale La Valletta, dove oggi è anche possibile andare a visitare il museo marittimo e della guerra, rasentò addirittura la sottomissione e i cori di giubilo si levarono nei cieli maltesi anche nei giorni immediatamente successivi. Il coraggio mostrato dai maltesi per la causa britannica portò Malta ad essere insignita dell’ambitissima ed onorifica George Cross, la più alta decorazione a cui uno stato del Commonwealth può ambire, che ora è possibile vedere sulla bandiera ufficiale maltese. In realtà Malta è stata molto più italiana di quanto possa pervenire dalla bandiera o dal fatto che oggi la lingua ufficiale assieme al maltese sia l’inglese e non l’italiano, come fu però fino al 1930. Infatti, dopo essere stata preda dell’impero francese di Napoleone e successivamente colonia inglese, in quella data proprio la corona inglese decise di spostare la propria flotta ad Alessandria d’Egitto, già inglese, e di cedere all’Italia l’isola. Fino a quel momento l’italiano era parlato, assieme al maltese. Fu nel 1934, a seguito delle sanzioni economiche promosse dall’Inghilterra nei confronti dell’Italia, che la lingua italiana non fu più considerata lingua ufficiale e di lì a poco iniziò tutto un processo di deitalianizzazione dello stato, favorito anche dal fatto che Malta non venne mai vista agli occhi di Mussolini come un bene prezioso per la conservazione della superiorità marittima e commerciale dell’impero italiano. Fatto stà che le parole del Duce “L’Italia è una portaerei spiegata sul Mediterraneo” assieme all’errore di abbandonare l’idea di conquistare l’isola per puntare alla guerra lampo in Grecia, mai furono così infauste visti poi i risultati effettivamente raggiunti dagli inglesi grazie all’appoggio fornito dall’isola durante tutto il conflitto.

Malta ed il maltese. Se vi è capitato di parlare o ascoltare qualche dialogo tra maltesi, non può esservi sfuggito il fatto che tra tante parole incomprensibili ogni tanto spunta anche qualche parola a noi un pò più familiare. Non soltanto perchè l’italiano, come abbiamo visto, fu la lingua ufficiale di Malta fino al ’34, ma anche perchè, se è vero da una parte che il maltese è una lingua di derivazione araba e più precisamente un dialetto di famiglia semitica, è anche vero che con il tempo la vicinanza alla Sicilia ha portato alla nascita di sincretismi linguistici molto italianizzanti e tendenti più alle lingue romanze che a quelle maghrebine (ad esempio Kunsilli Lokali vuol dire Consigli Locali, simile no?!). Inoltre è importante ricordare che dal tardo medioevo l’isola è stata la principale terra dell’ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni, che nel tempo sono diventati famosi con il nome di Cavalieri di Malta (la sede oggi è a Roma, in via de Condotti). 

Questo ordine così antico mi aiuta ad iniziare un discorso relativo a quanto sia stata nel tempo apprezzata ed ammirata quest’isola, anche da personaggi importanti, da grandi artisti, come ad esempio il nostro grande pittore di genere, Caravaggio. Da molti considerato come un pittore maledetto, per via del suo carattere e della fine che poi, come vedremo, effettivamente fece. Nel 1607, infatti, Caravaggio si trasferì a Malta a seguito di un periodo d’oro a Napoli, ma anche di una condanna alla decapitazione inflittagli a Roma a seguito di fatto di sangue di cui Caravaggio si macchiò. Una volta a Malta entrò in contatto con il Gran Maestro dell’ordine dei cavalieri, il quale ebbe modo anche di farsi ritrarre dal celebre pittore, e che gli permise un anno dopo di entrare a far parte dell’ordine con il rango di Cavaliere di Grazia, il rango più basso. Caravaggio lasciò traccia della sua permanenza attraverso la Decollazione di San Giovanni Battista, nella cattedrale della Valletta. Purtroppo a seguito di una lite (ancora!) con un cavaliere dell’ordine superiore lo costrinse a fuggire, in Sicilia e poi a Napoli ancora, dove su una spiaggia morì, a seguito di una febbre intestinale. Ma Caravaggio non fu l’unico  ad apprezzare Malta. Ad esempio lo scrittore Walter Scott definì la capitale Valletta “una città costruita da gentiluomini per gentiluomini” (da Enciclopedia Geografica – Corriere della Sera), il che ci può aitare anche a capire di che pasta siano fatti i maltesi.

Alla Valletta ci sono la maggior parte delle testimonianze storico artistiche di Malta, anche se il resto del paese è ricco di storia e di natura:

La città contiene numerosi edifici di rilevanza storica: il più conosciuto è la Co-cattedrale di San Giovanni, precedentemente Chiesa Conventuale dei Cavalieri, ma vi si trovano anche il Palazzo del Grande Maestro, che oggigiorno ospita gli uffici del parlamento Maltese, le fortificazioni per la difesa della città, il forte di Sant’Elmo e il Museo di Belle Arti. Tutte queste opere sono valse alla città il titolo di patrimonio dell’umanità assegnato dall’UNESCO“. (wikipedia)

Tutto questo è Malta: sofferenza, arte, storia e mare, da vedere, da vivere e da raccontare. Ulteriori info sono disponibili sul sito ufficiale del turismo e qui.

 

 





Premio Melina Mercouri 2007: vince la Battaglia di Borodino

4 10 2007

All’indomani della rottura dei patti firmati tra Napoleone e lo zar di Russia Alessandro I, che sancivano l’adesione della Russia al blocco continentale, si vengono a creare ora due nouvi schieramenti geo-politici. In contrapposizione all’ormai potentissimo Impero francese, nasce la sesta coalizione formata da Russia, Inghilterra, Spagna e Portogallo. Il furbissimo generale francese però non si scompone e anticipando le mosse dell’avversario fa avanzare le sue truppe fino al confine con la Russia. E’ in questo momento (22 Giugno 1812) che iniziano le battaglie di Moscova-Borodino-Beresina.

La più sanguinosa fu la Battaglia di Borodino, conosciuta al mondo anche come Battaglia della Moscova. Il primo Impero Napoleonico era appoggiato anche dalle truppe di tutti gli stati annessi ad esso compreso il Regno Italico e il Regno delle due Sicilie. Dalla parte opposta la Russia, che si limitò a contenere i danni in vista del celebre inverno russo. Da un lato Napoleone, dall’altro il generale Kutuzov. “Fu la più grande e sanguinosa battaglia di un solo giorno combattuta durante le guerre napoleoniche coinvolgendo più di 250.000 soldati” (wikipedia). 

Oggi sul luogo che fu il teatro di quella battaglia, a 120 Km. di distanza da Mosca, sorge il museo di storia e guerra di Borodino, con annesso un centro di ricerca scientifica e culturale sotto l’egida del Ministro della Cultura russo. Questo è inoltre il museo di guerra più antico al mondo, essendo nato appunto nella data esatta di quando avvenne la battaglia (1812). E’ inoltre stato segnalato più volte come sito protetto dall’UNESCO e da poco è stato insignito del Premio internazionale Melina Mercouri, per la gestione e la salvaguardia dei patrimoni culturali. La cerimonia di premiazione si terrà proprio oggi, presso la sede dell’UNESCO (stanza XIII). 

Per chi fosse interessato ad approfondire gli eventi che seguirono a quel sanguinoso scontro vi invito a cliccare qui, mentre può essere curioso sapere che in occasione degli anniversari, si tiene una battaglia simulata proprio presso il luogo dove allora avvenne quella vera. Dai due video che seguono si possono percepire da un lato l’atmosfera dell’attesa (per molti della morte…) e dall’altro dello scontro che ne è seguito. Vi accorgerete senz’altro che a stemperare l’atmosfera solenne e a renderla, a mio avviso, scenografica più del dovuto ci si mette la voce dello speaker, che poco c’entra con tutto questo. Ma a giudicare dal clamore della folla sembra che ciò non gli dispiaccia affatto…

 

 

 





Orienteering: direttamente dalla scandinavia

3 10 2007

Il video in questione proviene da Ukkohalla, una piccola cittadina finlandese nel Kainuu, una regione dell’est della Finlandia il cui territorio è al 95% costituito da foresta boreale. Si tratta della settimana dell’orientamento (orienteering week) e da la possibilità a chiunque voglia cimentarsi con questo sport di vivere per una settimana fuori dalla bussola… Vediamo perchè:

 

Eh si, sembra proprio che a TP ci stiamo appassionando agli sport più strani e sconosciuti. In questo caso si potrebbe pensare alla nascita dell’ennesima rubrica: sport strani o qualcosa di simile…In realtà nulla di tutto questo è in cantiere, anche se è curioso venire a conoscenza di attività che magari qui in Italia non raccolgono tanto seguito, mentre in alcuni paesi spopolano. E così, dopo aver parlato del nuovo fenomeno svizzero del Komball, oggi parliamo di uno sport che, scusate l’ignoranza, io proprio non avevo l’idea che esistesse: l’orienteering.

Credo sia capitato a tutti in alcune circostanze di perdersi, di non trovare più la strada giusta per tornare da dove si era partiti, insomma di perdere completamente l’orientamento. Ed ecco che senza bussola né sassolini da lasciare in giro come Pollicino, a qualcuno è venuta l’idea di creare uno sport che ricalchi in tutto e per tutto le sembianze del perdersi nel bosco, che spesso assume i toni leggeri della risatina e di un pò di sforzo in più per trovare la via del ritorno, ma che altrettanto spesso può avere delle conseguenze drammatiche.

E’ nato così l’orienteering, uno sport che può essere praticato da tutti, bastano una mappa particolare della zona, dove sono segnati i punti intermedi dove andare a segnare il proprio passaggio (se no non vale…) ed una buona dose di orientamento. Come recita anche il motto della F.I.S.O. (Federazione Italiana Sport Orientamento) :  

“Nell’Orienteering ognuno insegue il proprio obiettivo: l’atleta corre per raggiungere un risultato agonistico, la famiglia e il principiante per divertirsi in compagnia e trascorrere una sana giornata all’aria aperta”.

A dire il vero l’orienteering è uno degli sport più antichi. Infatti è nato proprio nei paesi scandinavi (e non è un caso che il video proviene proprio dalla Finlandia), precisamente in Norvegia, addiritura più di un secolo fa. Era il 1897 e fu da allora che almeno nei paesi del nord prese molto piede e divenne seguitissimo anche dai media. Nel 1919, a Stoccolma, si tenne la prima manifestazione ufficiale, mentre l’attesa per l’Italia durò molto di più. Infatti, se il 1974 si può considerare l’anno in cui l’orienteering sbarcò in Italia e più precisamente nella Val di Non, in Trentino, bisognerà attendere ancora 12 anni (1986) per vedere la F.I.S.O. venire riconosciuta ufficialmente dal C.O.N.I. Se siete interessati a partecipare o ad andare ad assistere ad una delle manifestazoni italiane, cliccate qui per conoscere le ultimissime.

Oggi al mondo si contano più di 3 milioni di iscritti alle federazioni, ma basti pensare che se chiunque prende a calci qualcosa, da un pallone a una lattina, può essere considerato un calciatore amatoriale, allora pensate a quanta gente si perde involontariamente ogni giorno…





CAR, rotta verso Obo

1 10 2007

Oggi TP presenta uno straordinario gruppo di foto, prese da uno slideshow di Teseum. Le foto parlano di un viaggio, attraverso una strada sterrata nel bel mezzo della Repubblica Centrafricana (CAR). Per l’esattezza siamo sulla strada che, passando da Mboki,  porta dritta ad Obo, il capoluogo della divisione amministrativa dello Haut-Mbomou. Con una leggera deviazione si arriva a Zenio, dove il nostro freelancer si è lanciato ad immortalare il mercato del villaggio, ricco di colori tipici delle popolazioni Mbororo, che sono in perenne migrazione verso le più pacifiche terre del Camerun, proprio perchè da queste parti non vivono più in tranquillità da quando sono state fatte oggetto di persecuzioni, da parte dei miliziani, che hanno via via assunto i caratteri di una vera e propria pulizia etnica. 

Tutto porta a credere che più che una passeggiata, questa sia stata una vera e propria missione. Dallo slideshow intero si capisce che il viaggio non deve esser stato molto facile. Dalla strada sterrata e fangosa che solo una 4×4 può affrontare fino ai ponti spesso in pessime condizioni, tanto da dover ricorrere all’aiuto della gente locale per poterli superare. 

In una delle foto si nota come sia piuttosto facile imbattersi nei guerriglieri. In effetti, nonostante sia possibile avventurarsi lungo le strade della regione, è assai sconsigliabile farlo in assenza di una guida fidata del luogo, perchè dal 2002 la Repubblica Centrafricana è ripiombata nel caos della guerra civile, dopo un periodo di transizione di un Governo civile a partire dal 1993.

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Road to Obo

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Mbororo

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…e all’orizzonte il Congo.

 

 

 





Tutto tace a Singapore, ma guai a…

30 09 2007

Singapore, l’isola che non c’è. Una crosticina di terra che sembra essersi staccata per caso dalla Malaysia. In realtà ci sono molte isole più piccole, 63 per l’esattezza, di cui Singapore è la più grande e la più importante. a partire dagli anni ’60 la concentrazione urbana si è espansa in modo incredibilmente veloce, tanto da rendere l’isola di Singapore una grande metropoli, oltre ad essere considerato ad oggi lo stato più popoloso del pianeta (più di 4 milioni di abitanti in soli 697 Km quadrati), con un tasso di crescita della popolazione del 1,3%. Dal sito della Farnesina viaggiare sicuri non si riscontrano problemi di alcun genere, tanto da poter considerare Singapore uno dei paesi orientali più sicuri. Tuttavia qualche consiglio logistico e di sicurezza è bene fornirlo. 

Il fuso orario rispetto all’Italia è di 7 ore avanti, 6 quando in Italia vige l’ora legale. Tutti parlano l’inglese, una delle 4 lingue ufficiali. Le altre sono il Malay o malese, il mandarino ed il tamil. Mentre la religione più diffusa è il buddismo, seguito dall’islam e dal cattolicesimo. Si possono utilizzare i telefoni cellulari direttamente attraverso il vostro gestore italiano, mentre è bene stare attenti a telefonare mentre siete alla guida (vale la patente italiana con traduzione in inglese fornita dall’ambasciata, oppure quella internazionale) perchè il rischio va da una sanzione alla confisca del telefonino.

Sia che avete intenzione di fermarvi a soggiornare a Singapore, sia che vogliate proseguire per altri paesi, è bene ricordare che il passaporto (vale anche la carta d’identità valida per l’espatrio) deve essere valido almeno per sei mesi. Se per i minori sono richieste condizioni particolari, sia per chi viaggia per affari sia per chi viaggia per turismo (30 giorni), non è richiesto alcun tipo di visto. E’ vietata, tra le altre cose, l’importazione di specie in pericolo di fauna selvatica e dei loro sottoprodotti, mentre cani, gatti ed altri animali domestici possono essere importati se sono accompagnati da un permesso d’importazione o da un’altra autorizzazione emessa dall’Agri-food and Veterinary Authority of Singapore.

Tra i divieti risulta essere proibito fumare negli ambienti chiusi (centri commerciali, ristoranti, alberghi ecc.), gettare rifiuti per la strada, imbrattare muri con graffiti, mangiare o bere sui mezzi di trasporto pubblici. Curioso il fatto che è proibito importare chewing-gum, ma per i turisti stranieri, a seguito di un accordo bilaterale con gli U.S.A, è possibile farne uso (ma solo a scopo terapeutico!?) E udite udite, fattoni di tutto il mondo: qualsiasi cosa vi passi per la testa, non vi fate venire in mente di usare, portare con voi o quantomeno spacciare alcun tipo di sostanza stupefacente, seppur in minima quantità. La pena prevista per tale infrazione è la PENA DI MORTE!

Inoltre è bene ricordare a quanti puntano a Singapore come meta per fare turismo sessuale, che gli abusi sessuali e le violenze ai minori sono severamente puniti, con pene anche corporali (!) in aggiunta a pesanti pene detentive. E in aggiunta ci sono anche le pene al rientro in Italia, sulla base delle pene previste nel nostro paese. Riguardo alla sicurezza sanitaria, il paese offre strutture ospedaliere all’avanguardia, ma i costi sono piuttosto alti, quindi si consiglia di adottare qualche tipo di assicurazione. Riguardo a malattie particolari. Nel Settembre 2005 si sono registrati aumenti di casi di febbre dengue. Sebbene le autorità risposero in modo tempestivo, sarebbe meglio adottare prodotti repellenti agli insetti. Così come sarebbe meglio evitare di mangiare alimenti a base di pollame, visti i casi (anche se sporadici) di influenza aviaria nei paesi circostanti.

Per concludere, ecco un piccolo riassunto di alcuni dei divieti più curiosi di Singapore:

  • -divieto di masticare (ma anche solo di possedere) chewing gum (ma abbiamo visto come raggirarlo…)                                                                        

  • -divieto di gettare la cenere delle sigarette in strada (!)

  • -divieto di avere rapporti sessuali orali con la propria moglie (!)

  • -divieto di gettare carte per terra

  • -divieto di mangiare nella metropolitana

  • -divieto di dar da mangiare agli animali

  • -divieto di urinare nelle ascensori!!!

  • -divieto di sporcare il suolo pubblico

  • -OBBLIGO di tirare lo sciacquone! Altrimenti sono 150 dollari di multa!!

(via)